La scuola tende ad essere standardizzata: si impostano lezioni più o meno simili, su programmi comuni, in ambienti grosso modo uguali. Oggi è finalmente possibile rendere l’insegnamento flessibile nel tempo e nello spazio, connettere e coinvolgere migliaia di docenti in un ascolto attivo e in tempo reale di migliaia di studenti, e riportare poi questa ricchezza nei luoghi concreti dove si vive ogni giorno il processo educativo.
Abbiamo gli strumenti per ribaltare il punto di vista e cominciare a pensare una scuola in cui i tempi e i modi dell’apprendimento guidano quelli dell’insegnamento, non viceversa.
Realizzare la scuola ideale non significa progettare nuovi spazi ma disegnare l’esperienza reale di apprendimento che questi devono accogliere. Oggi, grazie alla convergenza fra mondo fisico e digitale, siamo in grado di adottare un approccio basato sul learning experience design e rendere così la scuola un “ambiente ibrido”, in continua ricomposizione intorno ai molteplici momenti dell’apprendimento, e un “luogo sensibile”, capace di accompagnare e sostenere costantemente le diversificate esigenze - sociali, ambientali, spaziali, tecnologiche, emozionali - che
l’esperienza educativa pretende.