La sanità è fatta di servizi complessi che impiegano numerose figure professionali raggruppate per appartenenza professionale. Ciascuna delle divisioni organizzative ha acquisito sempre maggiore autonomia, favorendo una gestione specialistica. I professionisti sanitari tendono a focalizzarsi sul presidio delle attività di cui sono responsabili e difficilmente possono osservare e supervisionare tutte le fasi del “Patient journey”.
“Mettere il paziente al centro dell’ospedale” – è sicuramente un buon proposito, ma non basta. Sconta ancora una visione figlia di un tempo che sta finendo. Mutuando un’espressione dal contesto educativo, si deve introdurre l’idea di “flipped hospital”, dove non é la struttura ospedaliera a modellare il processo di cura e neanche il paziente. E’ la persona, nella sua interezza.
Oggi non esiste più identificazione tra spazio e funzione e questo mette in discussione i nostri capisaldi identificativi tradizionali: ufficio-lavoro, negozio-acquisto, scuola-apprendimento, ospedale-cura. Non bisogna identificare la spazio - l’ospedale - con la funzione - la cura. Ma non bisogna neanche identificare la persona con un ruolo che ricopre momentaneamente.
Essere paziente è infatti un momento della vita che non si deve “sezionare”, se non si vuole finire per identificare la persona con la malattia. La persona è paziente ma continua ad essere genitore, figlio, lavoratore, amico, fratello, etc.
Questa consapevolezza connette la medicina, al wellness e al well-being. La cura diventa un viaggio che inizia con l’attenzione quotidiana del proprio benessere. L’ospedale diventa una tappa nei momenti critici di questo viaggio e deve essere disegnato sulla persona nella sua interezza.
Grazie all’incontro fra mondo fisico e digitale, alla serie di strumenti che questa convergenza abilita e rende disponibili, è finalmente possibile accompagnare la persona in ogni momento del journey. Possiamo ora disegnare esperienze e servizi all’interno di luoghi realmente calati sulle esigenze della persona, che può essere momentaneamente paziente, ma che non deve mai smettere di essere individuo.
Esperienze, luoghi e servizi su misura che rispondono in maniera trasparente e responsiva ai reali bisogni della persona.