trasformazione
Si sono rotti gli argini in cui l’esperienza lavorativa era confinata.
Stanno cambiando i capisaldi del nostro modo di stare al mondo; dobbiamo trasformare anche il nostro modo di lavorare.
L’attività non è più legata alla mansione, allo spazio ed al tempo in cui avviene ma all’obiettivo che si vuole perseguire.
Noi crediamo che la realtà sia sempre più costitutivamente permeata dal digitale, il cui apporto fondamentale non deve essere la creazione di una rappresentazione alternativa e virtuale, ma la proposizione di una realtà “aumentata” in quanto capace di riqualificare e migliorare l’accesso al reale, arricchendone l’esperienza per intensità, qualità e pervasività.
Il cuore della trasformazione digitale non si trova quindi nella quantità e nella qualità di tecnologia utilizzata quanto nella capacità - anche attraverso essa - di generare collisioni e condividere relazioni.
Tempo
Ieri
la giornata lavorativa era divisa rigidamente in tre blocchi da 8 ore – lavoro, privato, riposo – incomunicabili, introdotti da immutabili riti di passaggio (cartellino, permessi, etc).
Oggi
il tempo diventa poroso e l’esperienza lavorativa viene scomposta in micro-momenti di cui possiamo modulare ed organizzare l’accesso.
Spazio
Ieri
l’ufficio era il confine rigido, le solide mura perimetrali ed organizzative in cui si esauriva interamente l’esperienza lavorativa.
Oggi
“l’ufficio” non è più uno spazio tridimensionale dove vengono stabilite mansioni, ma un ambito multidimensionale di collaborazione e condivisione.
Attività
Ieri
il “capo” era la figura che determinava inesorabilmente i compiti, i ritmi, le esigenze e le modalità della produzione.
Oggi
il legame passa via via dal compito all’obiettivo, dall’esecuzione alla corresponsabilità.